Il significato di questa parola è il seguente: qualsiasi regione (o posto), isolata, in un deserto o in territorio arido dove la presenza dell’acqua rende possibile la vita, la vegetazione, l’allevamento degli animali ecc.

Copertina del libro (versione francese)

Copertina del libro (versione francese)

Dunque, l’esistenza di un'oasi è strettamente legata alla presenza dell’acqua. I manuali etimologici o le enciclopedie ci dicono che questa parola fu adoperata per la prima volta in Francia intorno all’anno 1561 d. C. ma che già nel 1766 non si usava quasi più. I testi citati aggiungono che questa parola deriva dal tardo latino. Comunque, come molte altre parole antiche, il termine era conosciuto dagli autori classici e anche dai Pelasgi. È possibile che sia stato diffuso maggiormente nel periodo di Alessandro Magno. In verità, a questo personaggio era stato dedicato un posto sacro all’interno dell’Oracolo di Ammon (un famoso Oracolo considerato come il “doppione” di quello eretto dai Pelasgi a Dodona, cit. Erodoto II, 54 57), in un'oasi del deserto libico a ovest dell’Egitto e che, ai nostri giorni, si chiama Sivah. Alessandro Magno, che parlava la lingua pelasgica (infatti egli era un Pelasgo autentico da parte di sua madre, epirota e pelasga, e si ellenizzò grazie a suo padre, il macedone Filippo), è molto probabile che conoscesse la parola oasi. Si dice che questa parola sia originaria della lingua egizia! Se deriva dalla lingua egiziana moderna, e cioè dalla lingua araba, allora non è un vocabolo che ha avuto origine dalla lingua dei faraoni. Io* posso parlarne con piena competenza, perché quella araba è una delle tre lingue che ho imparato dalla nascita, insieme con il francese e l’albanese. Dopo svariate ricerche, ho scoperto che la parola egizia uaha oppure oaha è una creazione tipicamente egiziana. In verità, i manuali linguistici arabi affermano che il nome oaha (singolare) oppure oahat (plurale) è stato introdotto nella lingua araba dagli Egiziani dei tempi moderni. Comunque, il termine arabo per indicare un posto ricoperto da una fitta vegetazione e ricco di acque è rauda (singolare) e riad (plurale). Il nome egizio uaha è forse una pesante storpiatura del nostro oasi? Comunque sia, l’origine di questa parola può essere spiegata in maniera esaustiva, anche nella trascrizione fonetica, ricorrendo alla lingua pelasgo – albanese: oujësi. Questo vocabolo, nella lingua pelasgo – albanese, significa posto pieno di acqua. Non è forse grazie all’acqua che esiste l’oasi? Purtroppo, quando gli Albanesi uscirono dal loro torpore secolare e cominciarono a scrivere la lingua dei loro antenati, presero in prestito dal greco e dal latino (che nel frattempo erano diventate lingue universali) un insieme di parole, modificate in parte o del tutto cambiate, ma che comunque appartenevano al patrimonio culturale e linguistico dei Pelasgi, che erano gli antenati degli Albanesi. Oggi gli Albanesi chiamano l'oasi oazë, ma possono anche denominarla ujësi, parola ancestrale che comunque esiste ancora nella loro lingua.

(*) Io è riferito all’autore del pezzo e cioè a M. Aref.

Liberamente tratto dal libro, Albanie ou l'incroyable odyssée d'un peuple préhellénique dell’autore Mathieu Aref

Traduzione dall'albanese di Elton Varfi

Link versione albanese: Oasis

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